Grande carice

Grande carice

Grande carice - Carex elata

Nome locale: Sarello (nel Padule di Fucecchio), Salicchio (a Bientina e nel Pisano)

E’ una pianta perenne che forma cespi cilindrici, robusti e densi, larghi fino ad un metro. Le foglie, lunghe e strette (5 mm), hanno margini taglienti a causa della silice accumulata.

Le guaine fogliari basali, di colore bruno giallastro, sono carenate e spesso reticolate. Le spighe, portate su fusti rigidi, triangolari, sono erette: le inferiori sono femminili, le superiori maschili.

Questa carice cresce prevalentemente sulle sponde dei fossi e dei canali e lungo i bordi dei chiari, ma in ambienti adatti, dove trova suoli spugnosi costantemente intrisi d’acqua, può ricoprire ampie superfici e costituire quella caratteristica associazione vegetale conosciuta con il nome di magnocariceto, che in condizioni particolarmente favorevoli (es. a Sibolla) può custodire piante rare ed interessanti come Hottonia palustris, Hydrocotyle vulgaris, Utricularia australis, ecc.

La bonifica ha ridotto drasticamente lo spazio ecologico della specie, un tempo largamente diffusa soprattutto nella Valle Padana, nelle Paludi Pontine, in Toscana e in Sardegna.

Fino al secondo dopoguerra le foglie del sarello venivano ampiamente raccolte per essere usate in lavori di impagliatura: sedie, sporte, cesti, ecc.

L’abbandono di queste attività tradizionali ha portato ad un’ulteriore rarefazione della pianta, che, senza gli interventi di sfalcio tesi al contenimento della cannuccia e di altre piante infestanti, è risultata perdente nella competizione con queste.