Pioppo nero

Pioppo nero

Pioppo nero - Populus nigra

Tipica specie riparia, largamente diffusa in Italia sia allo stato spontaneo, lungo le sponde di ogni genere di corso d’acqua, che in coltivazione (è la pianta più utilizzata nell’arboricoltura da legno).

La corteccia è rugosa e di colore bruno-nerastro. Le foglie, triangolari con bordo dentellato, sono di un bel colore verde acceso, lucenti e glabre.

E’ pianta dioica, molto esigente in fatto di luce. I soggetti maschili si riconoscono agevolmente in fase di fioritura per gli amenti corti e rossastri.

Come le specie congeneri presenta frutti (capsule) contenenti semi minuscoli e di breve vitalità, forniti di un vistoso "pappo", ovvero una massa cotonosa che ne favorisce il trasporto da parte del vento.

E’ di più rapido accrescimento rispetto al Pioppo bianco (almeno in fase giovanile), ma meno longevo e maggiormente soggetto ad attacchi parassitari.

Praticamente non vi è parte della pianta che non abbia trovato una utilizzazione da parte dell’uomo: sottoposto a capitozzatura, forniva frasca da foraggio e materiale da intrecciatura; nella medicina popolare le foglie erano considerate febbrifughe; la radica è stata adoperata in ebanisteria, mentre la segatura veniva usata fino da tempi antichi per coprire le messi conservate per l’inverno.

Il legname che se ne ricava non è certo pregiato, ma anch’esso largamente utilizzato (industria cartaria, degli imballaggi e dei pancali, dei pannelli truciolati, dei fiammiferi ecc.).

Le "cultivar" più impiegate in pioppicoltura sono quelle selezionate a partire da ibridi euroamericani (Populus nigra x deltoides).